sommario

EDITORIALE

di Riccardo Cascioli

PRIMO PIANO

Dieci anni senza "un italiano cardinale"

Un Vangelo non conforme

di Stefano Bimbi

Il punto di vista divino
di Giuseppe Barzaghi

La Sposa di Cristo
di Samuele Pinna

La menzogna dell'Anticristo
di Luisella Scrosati

MORALE

(Ir)responsabili
di Tommaso Scandroglio

DOTTRINA SOCIALE

La vera laicità ha bisogno della vera religione
di Stefano Fontana

LIBERTÀ RELIGIOSA

Jimmy Lai, martire per la libertà
di Riccardo Cascioli

STORIA

Lo spirito di Lepanto
di Julio Loredo

BIBBIA

La missione di Pietro alla luce dell'Antico Testamento
di Alban Cras

INTERVISTA

«Se propaghi il Rosario, sarai salvo!»
di Fabio Piemonte

SPIRITUALITÀ

Disciplina per discepoli
di Dino Nogavi

Editoriale

IL FESTEGGIATO

di Riccardo Cascioli

Riccardo Cascioli

Ho avuto l’occasione di conoscere personalmente il cardinale Giacomo Biffi negli ultimi anni della sua vita, nella residenza bolognese dove si era ritirato una volta terminata la sua missione di arcivescovo di Bologna. Un solo incontro informale a cui partecipavo con pochi altri amici e devo dire che non ricordo quasi nulla delle cose dette in quell’occasione. Solo alcune parole ricordo, perché mi colpirono profondamente allora, mi accompagnano tuttora e saranno una utile memoria in un futuro prossimo. Congedandosi ci chiese di pregare perché rimanesse fedele al Signore fino all’ultimo istante, perché – disse – è proprio alla fine della vita che insorgono le tentazioni più grosse.
Esprimeva nello stesso tempo la certezza granitica dell’appartenenza a Cristo unita alla consapevolezza della nostra fragilità umana. Conosceva bene il rischio del corridore che, pur in testa per tutta la gara, può sbagliare l’ultima curva e finire fuori strada e squalificato.
Ma certamente ciò che trasmetteva era il rapporto personale con il Signore, la familiarità con Cristo, che infatti si rifletteva in tutto il suo Magistero. Ed è anche l’aspetto più affascinante di questa figura, che univa l’umorismo a una intelligenza della realtà che erano entrambe riflesso di Dio.

Ma perché dedicargli un dossier, ci si potrà chiedere. Non basta certo la ricorrenza del decimo anniversario dalla morte a spiegarlo. Il punto è che la sua testimonianza personale, i suoi scritti e i suoi studi colgono perfettamente l’esigenza attuale della Chiesa e della nostra società che, per dirla ricordando una delle sue lezioni più famose, è dominata dalla presenza dell’Anticristo, al cui fascino non sfuggono anche tanti ecclesiastici.
Il cardinale Biffi ci ha insistentemente ricordato che solo in Cristo c’è la salvezza, che non esiste fraternità umana senza Dio, che i cattolici devono seguire Cristo e non i valori. Memorabile quel Natale in cui scrisse, con la sua solita vena pungente: «Presi dalla voglia di festeggiare a volte ci dimentichiamo del festeggiato; diamo più importanza alle lampade che allo sposo; e quando arriva, l’olio non basta per continuare a far luce».

Lui invece gli occhi fissi sul festeggiato ce li aveva, e lo indicava a tutti insegnando anche a riconoscerlo e ad amarlo. In occasione del Giubileo del 2000 fece un ciclo di lezioni ai docenti dell’Università di Bologna proprio su questo tema, poi raccolte in un libro che porta proprio questo titolo: Identikit del festeggiato.
Ecco, noi vorremmo imparare dal cardinale Biffi proprio questo tenere gli occhi fissi sul Signore, così che possiamo vivere e guardare alla realtà con lo stesso sguardo di Dio.