sommario

EDITORIALE

di Riccardo Cascioli

Editoriale

Chi dite che io sia?

di Riccardo Cascioli

Riccardo Cascioli

«E voi chi dite che io sia?». Questa di Gesù, rivolta a bruciapelo agli apostoli, è una domanda che attraversa i secoli e le culture, per arrivare oggi fino a noi. È la domanda più importante e decisiva della storia, una domanda che si pone a ogni uomo qualunque sia la sua situazione sociale, economica, religiosa.
«Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente», gli risponde San Pietro secondo quanto riporta l’evangelista Matteo (Mt 16, 15-16). E la consapevolezza del significato e delle implicazioni di questa risposta ha letteralmente cambiato il corso della storia e ha generato una civiltà cristiana che resta un faro per tutta l’umanità. Solo per questo la domanda sarebbe già ineludibile. Ma, soprattutto, qualsiasi persona che abbia a cuore se stessa non può – a un certo punto della sua vita – non porsi la domanda davanti a un uomo che ha avuto la pretesa di essere la risposta ai desideri più profondi del nostro cuore, di essere il compimento della nostra domanda di felicità e di eternità. In altre parole, di essere Dio.

Ma non è stato semplice definire con chiarezza tutti i termini della risposta di San Pietro: chi è veramente il Cristo? Che rapporto ha con Dio Padre? E cosa significa per la Chiesa e per la nostra salvezza? Ci è voluto il Concilio di Nicea, nel 325, per risolvere le dure dispute teologiche che si erano nel frattempo accese, soprattutto riguardo alla divinità di Gesù Cristo. E il Credo, scaturito da quel Concilio, è diventato il discrimine per giudicare chi è ortodosso e chi è eretico.
Non è dunque strano che nel corso di questo anno, in cui ricorre il 1700° anniversario di quel concilio, se ne parli molto. Solo che, nel diluvio di commemorazioni si rischia di perdere di vista il punto centrale, che ruota attorno alla risposta che si dà alla domanda posta da Gesù. Cristo è veramente Dio, ci dice Nicea, ed è una affermazione che ancora oggi desta scandalo, se pensiamo a quanti anche all’interno della stessa Chiesa cattolica tendono a relativizzare l’unicità e l’esclusività di Gesù. E a quanti semplici fedeli cattolici, per non parlare di sacerdoti e vescovi, senza neanche porsi il problema lo riducono di fatto ad alcuni insegnamenti o messaggi.

Quel Credo che arriva da Nicea, e recitiamo ogni domenica e festività nella Messa, è troppo spesso pronunciato senza dare alle parole il peso che hanno e non produce così alcun frutto di fede, non sposta di un millimetro l’inerzia della nostra vita.
Il primo piano che in questo numero dedichiamo a Nicea, dunque, è uno strumento indispensabile per capire il senso di quel Concilio e le sue ricadute su noi oggi; ed è uno stimolo ad approfondire il valore del Credo. È quello che peraltro la Bussola Quotidiana sta facendo da tre anni con l’Ora di Dottrina, il video-corso domenicale di catechismo curato da Luisella Scrosati, in cui tutte le dimensioni del Credo vengono accuratamente spiegate per aiutarci a vivere una fede consapevole. Le lezioni si trovano tutte sul sito della Bussola o sul nostro canale YouTube. Non avete che da utilizzarle.